PREFAZIONE
Sullo schema intricato del giallo abbiamo voluto intessere una semiotica dell'arte, nei processi della molteplicitA delle immagini, siano essi segni visivi che segni puramente concettuali, appartenenti alla logica emblematica della performance; dunque qualcosa che rinvia a qualcos'altro, in una corrispondenza di un fenomeno di significazione. Nelle ardite creazioni del Conte Nani la realtA E sempre lo specchio di un non vissuto, di un non visto, e persino di un non esistente, il visibilmente presente che include tuttavia il visibilmente assente, controvertendo ogni principio nel suo esatto opposto. Se ne generano segni che rimandano ad altri segni, conosciuti o ipotizzabili che siano, ma pur sempre in un costante processo di re-identificazione degli opposti. CiO che in arte sancisce l'esemplaritA di una visione atta a stravedere e superare la realtA stessa, si manifesta nel romanzo come perdita della centralitA del vissuto, in cui i personaggi, sin dall'inizio, non sanno piU distinguere i significati contestuali degli eventi, smarrendo la capacitA di riconoscere la realtA dalla finzione, precipitando pian piano nell'assurditA di un ribaltamento percettivo, ove la stessa realtA si manifesta come finzione, e la finzione diviene realtA.
La Rosa dell'Est si rende portatrice di un significato emblematico che rende le cose come sospese nell'equivoco. Vale a dire che ogni avvenimento facente parte della realtA, nello stesso tempo si contraddice ed ogni cosa che al lettore appare certa, si rivela poi inaspettatamente non vera. I personaggi del romanzo sono vittima di questo incantesimo del dubbio, del sospetto, dell'inaspettato e ciO che sta succedendo potrebbe quindi rivelarsi per assurdo il contrario di ciO che accade, trasformando una realtA certa in un inganno spiazzante quanto minaccioso.
Tutta la storia che si narra nel romanzo E di pura fantasia, gli eventi descritti non sono mai avvenuti; tutlăI